31.10.11

Roan Johnson su Storie minime

"L’altra sera mi hanno invitato al Teatro Biblioteca Quarticciolo a leggere un brano sul lavoro tratto da Prove di Felicità a Roma Est. Il quartiere è a Est del mio quartiere, ad Est della Togliatti, insomma è davvero Roma Est. E’ un quartiere popolare fatto di blocchi quadrati e geometrici di palazzi distanziati a intervalli regolari con grandi giardini o cortili. Uno di quei posti dove con delle lunghe carrellate, passando in motorino o riprendendo con una videocamera, puoi già assaporare la vita che ci scorre. Nel mezzo di questo quartiere c’è il Teatro Biblioteca - uno di quegli esperimenti - dove si mescolano due strutture diverse, in questo caso una Biblioteca e un Teatro. Mutazioni genetiche salutari. Un po’ come i pub-theatre inglesi o il cinema-bistrò Kino al Pigneto. Ne vedremo sempre di più, di questi esperimenti. Noi in questo caso eravamo nell sala del Teatro: ogni lettore leggeva massimo tre minuti di un autore (molto più bravi e importanti di me - Calvino, Pasolini, per dire). Nessuno si annoiava, la gente applaudiva. Erano quasi tutti del quartiere. Avevi l’impressione che quel teatro biblioteca aggregasse davvero le persone che abitavano uno accanto all’altra. Che fosse un momento di condivisione di storie fra gente che in altre parti del paese o della città non bussa alla porta dell’altro neanche per chiedere il sale, se gli è finito. Infatti nell’intervallo fra la prima e la seconda parte della serata ognuno aveva portato qualcosa per cenare e un po’ di vino. Alla faccia di chi dice che con la cultura non si mangia."
Roan Johnson, 2 maggio 2011