Grazie agli attori e alle attrici di Parabola, che non sono… non sono giovani, sono uomini e donne di trentanni, che con me, Fiona, Ivano e Alessio, hanno voluto farvi un dono: volevamo regalarvi questi nostri anni, tutti insieme, per dirvi cosa è significato per noi viverli in Italia.
Stasera non siamo solo figli, vogliamo essere padri e madri di questa rivoluzione fatta su un palcoscenico, una rivoluzione durata solo un’ora ma tramata per anni, anni passati in questo Paese in cui noi vogliamo esserci, affinché prima e dopo ogni teatro ci sia una comunità.
E a voi, che siete la nostra comunità, offriamo un sacchetto di grano per finire il nostro racconto e un'ultima dedica ai bambini e alle bambine che ogni giorno, con le loro domande, ci insegnano a vedere, ci insegnano che tutto ciò che è oscuro non è fatto solo di buio.
A loro, dedichiamo l’ultima nostra scena, che è questa con voi, la scena della semina, per dire che muore la dignità degli essere umani in chi tace davanti ai tiranni, che chi è morto per le ingiustizie poi rinasce dentro ad un canto.
Noi abbiamo voluto raccontare che, anche in un paese senz’acqua, un seme, se accudito, si fa grano, e diventa pane.
Flavia Gallo