13.1.11

Il buio oltre Torino

Volentieri rilanciamo la lettera del signor Luca Mazzucco, pubblicata oggi sul quotidiano l'Unità.
E' uno spunto di riflessione, per tutti.

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Il buio oltre Torino
Sono nato in una città stupenda, abbracciata dalle Alpi. In quella città ho imparato ad ascoltare decine di dialetti diversi, che per la prima volta si incontravano. In quella città ho conosciuto migliaia di occhi colorati, carichi di nostalgia per quello che avevano lasciato e di orgoglio per il futuro che stavano costruendo ai propri figli. Di quella città ricordo il colore della domenica, il blu, il blu delle spesse tute di fustagno di mio padre e di migliaia di operai, tute blu appese ad ogni balcone, fresche di bucato, cariche di fatica, di pulizia e di dignità. Tute blu, che ci hanno permesso di studiare, che ci hanno consegnato diritti che loro non avevano, diritti fondamentali, inalienabili, che hanno reso il nostro paese un paese civile, un paese all'avanguardia.
Quella città ha dato il suo nome ad una azienda, l'ha fatta diventare la più grande azienda del paese. Un paese che ogni giorno, ogni momento, ha aiutato e sostenuto quell'azienda.
Oggi ci dicono che quell'azienda sarebbe migliore senza il peso di questa città, senza la zavorra di questo paese, il paese che acquista gran parte di ciò che quell'impresa fatica a vendere nel resto del mondo, che quell'impresa sarebbe migliore se non dovesse rispettare i diritti che i nostri padri ci hanno regalato.
Economisti, politici, industriali, sindacalisti, ci dicono che il nostro paese e la nostra città devono guardare avanti, devono guardare all'unico futuro possibile, valido per tutto e per tutti.
Ci dicono che da domani bisognerà abbassare ancora un po' lo sguardo, perché, in qualche parte del mondo, qualcuno sta guardando ancora più in basso ed il futuro è solo per chi accetta di guardare più in basso. Il futuro è per chi non vede futuro.
I primi a dover scegliere se accettare questo futuro sono gli operai della grande azienda. Sono liberi di farlo, di esprimersi in un referendum, lavoro o disoccupazione.
Ci saranno padri che voteranno sì, sì ad affrontare nuovi sacrifici pur di garantire il bene dei propri figli.
Ci saranno padri che voteranno no, no ad un futuro senza diritti per i propri figli.
Ma tutti, proprio tutti, avranno un solo unico obiettivo: consegnare ai propri figli la possibilità di guardare al futuro, di guardare avanti, di guardare in alto, probabilmente, oltre le Alpi innevate che circondano questa città, oltre i confini di un paese incapace di offrire un futuro.
Molti di quei figli hanno già valicato quelle montagne, molti lo stanno facendo, molti lo faranno. Figli che hanno trovato e troveranno il loro futuro in altre città, che in quelle città hanno portato e porteranno la loro cultura, i loro studi, i loro mestieri, la loro ricchezza. Occhi che un giorno guarderanno un paese ormai sconosciuto, guarderanno una città tornata grigia, guarderanno una città saccheggiata da venditori di futuro senza scrupoli e senza idee, guarderanno una città che un giorno aveva smesso di vedere il futuro.
Luca Mazzucco