Nella mia casa stamattina si fa spazio a una nuova libreria. Il che vuol dire rimettere mano a tutti i libri della casa. Ritrovare libri persi e ricomprati; riesumare ricordi di ogni tipo; fare ordine nelle cose e nella testa e inevitabilmente per me fermarmi a pensare e molto a fantasticare....
Rifletto che in questi ultimi anni, con il mio lavoro per i Teatri del Sacro, e nei teatri di cintura romani Teatro Biblioteca Quarticciolo e Teatro Tor Bella Monaca,
ho visto:
- compagnie cosiddette amatoriali presentare spettacoli interessanti, provocatori, propositivi, compiuti;
- giovani artisti crescere, formarsi, collaborare, scazzarsi, dividersi, ritrovarsi, studiare, creare;
- persone diverse per cultura e formazione arrivare in teatro e in biblioteca a proporre con generosità e semplicità la loro esperienza, collaborazione, impiego del tempo libero, al servizio di tutti;
- artisti maturi e navigati scoprirsi sgomenti e guardinghi nell'incontro con una periferia arguta, critica e partecipe;
- alcuni di questi artisti scegliere le vie più facili e scontate per mettere insieme i loro lavori;
- artisti (alcuni anche bravi e intelligenti) smettere di fare il loro mestiere e passare tutto il tempo lavorativo per “intortarsi” nelle situazioni: navigare fra convegni e presentazioni; presenziare a feste e incontri diversi; galleggiare con coraggio, o rassegnazione, nel mare tempestoso della politica dove c'è tutto e il contrario di tutto, cercando di stare sempre in piedi, come Ercolino, il pupazzo che davano con i punti della Galbani quando ero piccola io;
- altri artisti invece girare indomiti per le strade dei quartieri ad ascoltare, registrare, condividere, per costruire un modo di fare teatro ricco, limpido e condiviso;
- gente di ogni tipo e di ogni età mettere le mani in pasta: modellare, costruire, dipingere, cucire, cucinare, spazzare, perché il teatro è artigianato, e tutti fanno tutto;
- assidui lettori mettere a soqquadro le loro librerie (come sto facendo io oggi) per cercare proprio quel libro – letto anni e anni fa – utile alla bibliografia che stiamo costruendo tutti insieme.....
Allora mi metto a fantasticare e mi viene in mente che magari l'assessore alla cultura della mia città “esce pazzo” per il caldo, e invece di proporre (con l'avallo dell'opposizione) un bando per dividere, spezzettare, parcellizzare la presenza dei gruppi teatrali nei teatri pubblici …. fa un bando di idee. E mette i soldi per un anno di lavoro comune intorno a un grande progetto condiviso, intorno al quale raccogliere artisti professionisti e non, ognuno con le propria specificità, propensione ed esperienza, in un grande sforzo comune.
Che ne so – per fare un esempio – a TBQ si lavora per un anno tutti intorno a Le Troiane di Euripide.
Su questo progetto c'è qualcuno che ne fa la sua tesi di laurea, e segue tutto il lavoro dall'inizio. Comincia con la catalogazione gli allestimenti de Le Troiane degli ultimi 50 anni.
E cerca come può documentazione di ogni tipo e magari anche alcuni interpreti di questi spettacoli.
Io mi ricordo di aver visto in Sicilia due allestimenti che hanno segnato la mia formazione: quello del Cafè La Mama di New York a Taormina tra il 1971 e il 1974 (ma quando per l'esattezza?) e quello di Thierry Salmon a Gibellina nel 1988.
Si coinvolge in questo lavoro il mio amico Gianfranco, grande critico teatrale e generoso intellettuale, che questo spettacolo lo ricorda bene.
Si comincia a formare un coro, e si chiede a Giovanna Marini (che per lo spettacolo di Salmon scrisse la partitura) e Giovanna Giovannini di insegnare al coro alcuni brani.
Del gruppo promotore fanno parte a gran voce Cristiana, Romano, Maria Teresa, Gregorina, Manuela, Bruno, Cristina, e tutti quelli – e sono tanti – che hanno fatto di TBQ una realtà culturale davvero speciale. E insieme a loro Sara Marchesi, Pasquale Innarella, Fusoradio, gli Spacciatori di sogni, e tanti altri. Con loro abbiamo sperimentato una autentica integrazione con le realtà culturali del territorio.
Poi la Casa dello Spettatore forma un bel gruppo vario, con insegnanti, pensionati, studenti, aspiranti artisti, e ci fa lavorare sul testo. E ci insegna ad essere spettatori, che pure quello è un bell'impegno.
Si coinvolgono artisti e artigiani diversi: autori, attori, musicisti e danzatori, scenografi e costumisti, falegnami, architetti, arredatori, imbianchini, grafici e fotografi, sarti e cuochi.
Lentamente molto lentamente ne viene fuori qualcosa. Il gruppo è aperto e magmatico. E propone occasioni di incontro a tema: visione di film (anche difficili da trovare. Chi si scandaglia nella ricerca?); appuntamenti di lettura condivisa; lavoro sull'immagine e sulla scenografia. Si studia, si parla, ci si confronta.
Il gruppo sceglie come presentare all'esterno tutto questo materiale, questa ricerca, questo lavoro.
Mi perdo nei miei pensieri, perché sognare ad occhi aperti indubbiamente è la cosa che nella vita m'è venuta meglio!
Stamattina Carmen, una giovane e attenta giornalista che ho conosciuto di recente, mi ha detto che se scrivo qualcosa devo imparare a stare entro i 5000 caratteri.
Mo' sono 5080. Me devo ferma'.
sabina de tommasi