27.12.10

mancano pochi giorni....

Si avvicina l'appuntamento con SvettaCivetta Befana perfetta:
al Teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma (via Ostuni, 8)
giovedì 6 gennaio ore 17.00
.
Per cominciare a giocare clicca QUI

SvettaCivetta è un gioco. Anzi un insieme di giochi.
Per giocare basta poco: le lettere del nostro alfabeto e una matita magica.
Con le lettere si fanno innumerevoli parole.
Prendendo spunto dalle filastrocche di Rodari e Tognolini, dai libri di Ersilia Zamponi e dalle esperienze di Oulipo/Oplepo, SvettaCivetta è' un laboratorio per costruire con i bambini (e con tutti quelli che hanno voglia di GIOCARE CON LE PAROLE) anagrammi, filastrocche, indovinelli, acrostici, tautogrammi, sciarade, e tanto altro.
Il 6 gennaio troverai anche Maurizio Capone BungtBangt, un musicista un po' speciale che costruisce da solo i suoi strumenti con materiali riciclati: la Scialacqua, realizzata con una vecchia canna da pesca e il Chàchà, con coperchi di latta; e ancora bidoni della spazzatura, lattine, vecchie pentole, secchi di metallo di varie grandezze, tubi di plastica e di metallo, utensili da lavoro, bottiglie, lamine di metallo.
ingresso libero con prenotazione obbligatoria al numero 06.98951725
dal martedì alla domenica ore 10.00/14.00 e 15.00/19.00

Maurizio Capone BungtBangt

15.12.10

Perché Ersilio M.

Ersilio M. sta per Ersilio Miccio. Anzi Don Ersilio Miccio.
Il personaggio del Professore descritto da Giuseppe Marotta nella sua raccolta di racconti L'oro di Napoli (Bompiani, 1947).
Cesare Zavattini, lo stesso Marotta e Vittorio De Sica, nel 1954, lavorarono alla sceneggiatura del film omonimo, con la regia di De Sica.
Il personaggio di Don Ersilio Miccio è interpretato da Eduardo De Filippo.


…Don Ersilio Miccio vendeva saggezza…
- Don Ersì scusate l’invadenza, ma è una cosa di interesse generale.
- Collettiva, che vuol dire di tutti….
- Don Ersì il duca è sempre lui….
- Don Ersì, Alfredo stava combinando un guaio, stava rompendo il piatto in faccia al duca. Sono stato io che l’ho trattenuto e gli ho detto “Statti quieto, andiamo da don Ersilio”.
- Il piatto in faccia si meritava…
- Ma come tu sei duca e noi ti rispettiamo. Tieni un palazzo intero e chi te lo tocca. Ma perché devi passare con l’automobile due volte al giorno tu vuoi trovare sempre davanti a te la strada libera?
- Non puoi aspettare manco un minuto, che ci tiriamo un poco indietro.
- Non lo sa che nelle case nostre non teniamo nemmeno lo spazio per dormire. Io vorrei sapere adesso Gennarino dove va a lucidare i mobili. Che fa campa di rendita?
- Qua non finisce così.
- Pasqualì ma che vuoi fare? Quello il duca ha ottenuto l’ordinanza. Là c’è scritto: “Si fa divieto”
- Don Ersì io gli brucio il palazzo, così stiamo più larghi noi.
- Non esageriamo. Lo mandiamo all’Ospedale dei Pellegrini. Gli mettiamo un po’ di sapone davanti al portone.
Don Ersilio: - Non basta.
- Non basta?
- Ma che volete la sua morte?
Don Ersilio: - Lu pernacchio.
- Lu pernacchio?
- Ma un pernacchio, pernacchio?
Don Ersilio: - Eh figlio mio. C’è pernacchio e pernacchio. Anzi vi posso dire che il vero pernacchio non esiste più. Quello attuale, corrente, quello che si chiama pernacchia. Si ma è una cosa volgare, brutta.
Il pernacchio classico è un’arte. Siamo tre… quattro, a conoscerlo profondamente e a praticarlo in tutta Napoli, il che significa in tutto il mondo.
Il pernacchio può essere di due specie. Di testa e di petto.
Ma nel caso nostro li dobbiamo fondere. Deve essere di testa e di petto, cioè cervello e passione. Insomma il pernacchio che facciamo a questo signore deve significare “Tu si 'na schifezza, 'na schifezza 'na schifezza 'na schifezza 'e l'uommene”
Come si chiama tutta la sfilza di nomi….
- Duca Alfonso Maria Sant’Agata dei Fornari.
Don Ersilio: - No ditelo insieme, all’unisono, con lo stesso tono…
(pernacchio)
Questo glielo fate due volte al giorno, quando esce e quando rientra….
Avete capito? La mano molle, con delicatezza, e le labbra un po’ umettate, bagnate con la saliva. E mi raccomando le dita alzate, perché sennò esce un rumore incomprensibile che non raggiunge l’obiettivo per la sua insufficienza.
Invece con un pernacchio come quello che vi ho fatto sentire io si può fare una rivoluzione.