L'amica Laura Di Nitto ci ha mandato questo racconto sulle fulka (phulka), che sono un tipo di chapati del nord dell'India.
Il sole sorge dal davanzale della finestra. Piccoli frutti ancora acerbi ciondolano sull’albero di mango centenario. Tayi (la moglie dello zio) è seduta accanto alla stufa accesa. E’ lei la cuoca a capo della cucina del grande clan.
Sono le sette del mattino e i bambini di Baddhu, un villaggio in cima ad una collina sulla catena dell’Himalaya, nel distretto del Jammu Kashmir, si sono appena svegliati. Prima di tutti, Tinu e Binu. Binu ha tanta fame. Tutte e due, ancora in pigiama, entrano nella grande cucina dove il fuoco è stato appena acceso dallo zio. Stropicciandosi gli occhi, regalano un bel sorriso di buongiorno alla zia Tayi. Tayi sa che hanno tanta fame, ma non è ancora il momento di gustare le fulka appena cotte con la panna fresca e lo zucchero: Tinu e Binu devono aspettare il loro turno. Adesso è ora di preparare una fulka piccola piccola per la formica, una un po’ più grande per il corvo, poi per il cane ed infine per la mucca.
Tayi comincia sempre la giornata dando da mangiare alla formica, al corvo, al cane e alla mucca. Crede che sia giusto nutrire le altre creature prima di prendere noi del cibo. E’ un modo per offrire il nostro rispetto e la nostra gratitudine alla natura da cui riceviamo nutrimento. E, dopo tutto, è anche un modo per tenere lontane le altre creature dalla cucina!
Binu si accarezza la pancia mentre guarda la tawa, la piastra su cui si cucinano le fulka. C’è una fulka piccola piccola per la formica sulla tawa. Accanto a questa, altre due fulka; una grande come una pallina da ping-pong per il corvo e un’altra un po’ più grande, come le guanciotte di un bimbo, per il cane. Poi è il turno della mucca. La mucca ha una pancia grandissima e per lei ci vuole una fulka grande come una palla per giocare!
Tayi adesso finalmente ha finito di cucinare le fulka per la formica, il corvo, il cane e la mucca! Binu e Tinu l’accompagnano fuori nell’orto, alla collina della formica. Tayi posa dolcemente la fulka piccola piccola accanto alla collina, poi lancia sul tetto la fulka un po’ più grande per il corvo. Poi si avvia, seguita da Binu e Tinu, verso l’albero di mango, al quale sono legati Lucky, il cane, e Lakshmi, la mucca. Lucky comincia subito ad abbaiare e a scodinzolare quando la vede arrivare…
Dopo aver dato la fulka a Lucky, tutti e tre vanno dalla mucca Lakshmi e arrivano proprio mentre sta allattando il suo vitellino a cui lecca la codina con dolcezza. A Binu pare proprio che quel vitellino somigli a quello che ha visto tante volte accanto a baby Krishna in un vecchio quadro nel tempio di famiglia.
Lakshmi guarda Binu e Tinu avvicinarsi. I suoi grandi occhi brillano di amore materno. Il vitellino continua a succhiare il latte dalla mamma. Binu porge a Lakshmi quell’ultima fulka grande grande. Lakshmi la mangia in un’istante e con la lingua ruvida lecca la manina di Binu e le fa il solletico fino a farla ridere. Anche Tinu ride a crepapelle…heheheh ohohohohoh
Adesso la zia Tayi le manda a lavarsi mani e denti, altrimenti, niente fulka!
E finalmente, ora tocca a loro: fulka ben calde ripiene di panna fresca del latte di Lakshmi e tanto tanto zucchero dolcissimo. Binu e Tinu lo chiamano Pookani (pron. Puknì): rotolino!
Basato sui ricordi della mia infanzia nel villaggio da cui provengo.
Venus Upadhayaya
adattamento Laura Di Nitto
Venus Upadhayaya, Laura Di Nitto © tutti i diritti riservati